giovedì 31 maggio 2012

La città che brucia da 50 anni


A proposito di storie di declino architettonico, ho appena letto sul Post l'incredibile storia della città di Centralia in Pennsylvania, una città costruita sopra dei grandi giacimenti di carbone che dagli anni '60 per cause mai chiarite si sono incendiati e bruciano tutt'ora. La storia va letta tutta, perché è da romanzo.

Se si cerca su Google Maps “Centralia, Pennsylvania“, appare un reticolo regolare di strade che si intersecano ad angolo retto come quello di tanti paesini degli Stati Uniti. La funzione Street View permette anche di fare un giro virtuale per Centre Street, la via principale che attraversa Centralia: e allora si può vedere come gli isolati siano occupati quasi interamente da spiazzi vuoti, le piante crescano libere fino a invadere le strade e in giro si vedano pochissime auto o persone. I dati del censimento del 2010 dicono che oggi gli abitanti del paese sono dieci, nove dei quali hanno più di cinquant’anni. 
Centralia è una città fantasma, come ce ne sono molte negli Stati Uniti e in tutto il mondo: ma quello che è più interessante è il motivo per cui i suoi abitanti hanno deciso di andarsene. Il motivo è un incendio che brucia nel sottosuolo della città da cinquant’anni. Un incendio che si estende oggi per circa 1,5 chilometri quadrati nei filoni di terreno carbonifero sotto il livello del suolo, consumandolo a una velocità stimata di diverse decine di metri l’anno. La temperatura del terreno vicino all’incendio è di circa mille gradi, mentre sulla superficie ci sono crolli e crepe da cui salgono sbuffi di fumo
All’inizio degli anni Sessanta, Centralia era un paesino di circa 1.100 persone nella Pennsylvania centro-orientale, una zona attraversata dai monti Appalachi e molto ricca di carbone: sotto il paese si trova infatti un grande filone di antracite, il tipo di minerale in cui il carbone è presente in percentuali più alte, oltre il novanta per cento. Alla fine di maggio del 1962, per cause mai chiarite (forse un incendio controllato di rifiuti, che veniva ordinato ogni anno dal comune), si sviluppò un incendio in una miniera di antracite a cielo aperto appena fuori dal paese. Il fuoco passò ai filoni sotterranei del minerale, che ha un colore nero e lucidissimo e ha una caratteristica particolare: è molto difficile da incendiare, ma una volta che le fiamme attecchiscono sono quasi impossibili da spegnere. Il fuoco, alimentato da alcuni cunicoli esplorativi che forniscono l’ossigeno necessario a tenerlo vivo, produce molto calore, ma poche fiamme e poco fumo. 
People raccontò nel giugno 1981 che l’incendio sotterraneo sarebbe potuto essere estinto subito, spendendo circa 50.000 dollari, ma le autorità statali e federali volevano che metà dei soldi venissero dalla contea di Columbia, dove si trova Centralia. La contea non aveva i soldi e la soluzione del problema venne rimandata, forse sperando che le fiamme si sarebbero spente da sole. Dopo di che, dell’incendio sotto il suolo di Centralia non si sentì parlare per un bel pezzo. 
Centralia divenne improvvisamente famosa in tutti gli Stati Uniti il giorno di San Valentino del 1981, quando un ragazzo di 12 anni di nome Todd Dombowski venne inghiottito da una buca che si aprì nel terreno vicino a un albero nel giardino di sua nonna. Sprofondò per circa due metri nella terra fangosa e riscaldata dal vapore, prima di rallentare la caduta grazie alla radice di un albero. Sotto di lui si apriva una buca di decine di metri. Sarebbe morto rapidamente a causa del denso fumo ricco di monossido di carbonio, se un altro bambino non avesse sentito le sue grida aiutandolo a uscire dalla buca. La temperatura del terreno nel giardino dietro la casa della nonna di Todd venne misurata e risultò intorno ai 300 gradi centigradi.
(Continua a leggere sul Post - c'è anche una galleria fotografica -)

Gramellini del 31 maggio



Il Buongiorno di Gramellini di oggi si chiama "Il Codice Grillo" ed è secondo me geniale e pienamente condivisibile da chiunque non voglia cadere politicamente dalla padella alla brace.
Quando saremo al potere, spiega Grillo in un’intervista a «Sette», i politici verranno giudicati da un tribunale di cittadini incensurati estratti a sorte, che li condannerà ai lavori socialmente utili e alla restituzione del malloppo. Vedo già formarsi una ola da Bolzano a Trapani. Sorprende la moderazione del gabibbo barbuto: se avesse proposto di mozzare le mani ai ladri e la lingua agli ospiti dei talk show sarebbe stato portato in trionfo da tutti i sondaggi che chiedono agli italiani se preferiscono l’aumento della benzina o quello dello stipendio. Le persone hanno fame di capri espiatori per calmare l’ansia. Fin troppo facile blandirle con il populismo. Perciò merita rispetto la presa di distanza di Enrico Strabotti Bon, militante del movimento 5 Stelle sezione adulti: «La crisi ha ragioni più complesse. Magari potessimo ridurla a una vicenda di guardie e ladri. Ciò detto, chi ha commesso dei reati non la passerà liscia. Ma guai se a giudicarlo fossero i tribunali del popolo. Erano già poco democratici nella democratica Atene, dominati dall’emotività e dall’odio che si porta dietro altro odio. Giacobini, nazisti, stalinisti, talebani: non c’è epuratore che non li abbia usati per epurare, salvo esserne epurato a sua volta. Prima o poi, Beppe, quel tribunale giudicherebbe anche te. Il peggior Stato di diritto è meglio della migliore giustizia popolare».

Condivido Enrico Strabotti Bon. Non foss’altro perché me lo sono dovuto inventare. Sempre in attesa che un seguace reale di Grillo trovi la forza di ricordargli che non ci siamo liberati di un contaballe per consegnarci a un ayatollah.

Sogni e sfide impossibili


Ecco la prima puntata (forse anche l'ultima) della serie "Sogni e sfide impossibili"

oggi il tema è il volo

Vi ricordate la leggenda di Dedalo e Icaro? ho scoperto che il secondo esiste, e vive in Olanda!!
Ecco a voi il video del primo uomo a volare con un paio di ali battenti e partenza da un piano orizzontale..
questo tipo geniale (ecco il suo sito) ha realizzato il sogno millenario del volo solitario con un set di ali autocostruite...






il secondo video riguarda il primo velivolo a pedali al mondo che ha sorvolato la manica. Il video è un po' lungo ed è un piccolo documentario di questa sfida ai limiti della ragione (era il giugno del 79)





concludiamo con un video buffo sui "razzi ad acqua", usati come improbabile mezzo di propulsione umana..
produzione giapponese, ovviamente!



buona visione, alla prossima!


mercoledì 30 maggio 2012

Stephen King: IT

Cari amici
inauguro uno dei miei cento progetti, che rimarrà certamente incompiuto come gli altri. Dopo vari post di opera, torno a consigliare alcuni capolavori della letteratura. Alcuni da parte mia si sarebbero aspettati un mattone di fine Ottocento, ne sono certo. E io vi sorprendo, come un corteggiatore incallito che vuole stupire a tutti i costi la persona che punta.

Pubblicato nel 1986, "It" è certamente uno dei libri più belli e coinvolgenti che io abbia mai letto (e riletto, visto che l'ho affrontato ben tre volte). Non si tratta semplicemente di un horror di consumo, ma di una storia che sembra utilizzare il pretesto del mostro (e non un mostro qualsiasi, ma IL mostro) per presentare una galleria di personaggi memorabili, le cui storie si intrecciano in un'estate del 1958 prima e nel 1985 poi. Stephen King è relegato nella letteratura di consumo a torto secondo me. Sebbene sia pieno di sé e la cosa traspaia in modo EVIDENTE, la maggior parte dei libri (non tutti) che ha scritto hanno un valore intrinseco, indipendente dal successo che hanno avuto.

Non posso fisicamente raccontare la trama, né voglio svelarvi troppo nel caso non l'abbiate mai letto. La location è una cittadina immaginaria del Maine, Derry. Da piccolo, quando lo lessi la prima volta, non ho avuto difficoltà a ritrovare la mia Castelnuovo in questa città, di cui alla fine del libro se ne conosce la storia interamente, come se ci fossimo vissuti. Sette amici (la banda dei Perdenti) vivono un'estate indimenticabile a crescere, lottando con la paura e le turbe dell'adolescenza. Un serial killer di bambini sconvolge Derry. Il serial killer si lascia alle spalle fenomeni inspiegabili, avvolge la città di omertà e di sospetto, in più di un senso E' la città... Ma non è umano, perché può apparire nella forma che desidera alla mente, conosce i segreti più reconditi delle nostre vite. Il mostro, It, viene sfidato dai sette ragazzi e la partita coinvolge le loro vite anche DOPO, fino allo scontro risolutivo nel 1985.

La traduzione di Tullio Dobner rende magicamente la prosa unica di King. Altri libri di King tradotti da altri perdono inevitabilmente tutta la loro forza espressiva.

Racconto archetipico per eccellenza, grazie allo sviluppo del tema dell'iniziazione, è di una godibilità senza fine, perché, lo ripeto, non si tratta soltanto di una storia di caccia al mostro, ma della presentazione di un'atmosfera, di una galleria di personaggi nei quali è impossibile, almeno in parte, non ritrovarsi.

Buona lettura.




martedì 29 maggio 2012

Paolo Barnard e la distruzione del sud d'Europa

E dire che mi ricordo che quando ero uscito dal cinema dopo Matrix uno, per un po’ ci avevo anche pensato al fatto che alla fine – per quel che ne sapevo io – potevamo anche essere tutti con la spina dorsale attaccata a degli spinotti, immersi in vasconi a vivere una realtà virtuale di cui mai mi sarei accorto. E dire che dopo The Time Machine avevo anche ragionato sull’eventuale invenzione  - nel futuro - della macchina del tempo: l’avevo risolta dicendomi che nessuno la inventerà mai perchè costui sarebbe tornato indietro di sicuro, chessò, magari ad uccidere Hitler, e allora anche noi avremmo conosciuto la macchina del tempo e allora la avremmo. Insomma, c’è stato un tempo in cui  persino queste sono state eventualità plausibili ai miei occhi..

Non escludo l’esistenza degli alieni e mi affascinerebbe vivere nel mondo piovoso di Blade Runner. Ma alla storia di fantascienza narrata nel video qui sotto proprio non riesco a credere. 


Paolo Barnard. Forse l’ho chiamato io con il mio post di qualche giorno fa. E’ anche uno che qualcosa nella vita ha anche fatto.. Ma come si fa a credere a cose di questo tipo? Posso capire come si fa a dirle, ci possono essere tanti motivi (soldi, visibilità, ecc) anche se nessuno intellettualmente onesto. Ma davvero non capisco come si fa a pensare che siano verosimili!

Non so se tra i lettori anonimi del blog ci sia qualcuno che cavalca questi e altri complottismi. Mi piacerebbe che si facesse vivo. Un po’ perché queste teorie mi hanno sempre divertito (lettore anonimo, scusa la supponenza), un po’ perché l’argomento in qualche modo mi interessa davvero.

P.S. L’intervista a Monti che viene citata all'inizio da Barnard secondo me è stata fantastica! 

lunedì 28 maggio 2012

PELLEAS ET MELISANDE


Cari amici
torniamo seri. Vi propongo ancora una volta qualcosa di diverso, di nuovo. Datato 1902, questo Pelleas et Melisande di Debussy, unica opera scritta dal compositore francese, è assolutamente unica.

Prima di lanciarmi nella mia interpretazione e nella narrazione voglio solo dirvi che a un certo punto la protagonista dice "Je ne pas hereuse" ("Non sono felice"): alla prima rappresentazione gran parte del pubblico inizio a urlare cose come "Nemmeno noi!", prova che l'opera non era pronta per uscire allo scoperto. Sono convinto che nemmeno oggi la gran parte degli appassionati, dopo cento anni, la apprezzerebbe. Manifesto del simbolismo in musica ha segnato una svolta nella produzione operistica. L'atmosfera è fiabesca, vellutata, lontana dalle tante declamazioni che piacciono a me. Eppure ogni volta che la ascolto non posso fare a meno di assaporarne la bellezza intrinseca.

Tratta da un dramma del belga Maeterlinck, con il quale Debussy ebbe da ridire un sacco, l'opera (come quasi sempre accade) non vanta una trama originale. Sono la sua realizzazione e il sistema di echi a cui è sottoposta a essere originali. Potrei parlarvene come di un "Tristano e Isotta" antiwagneriano (contrario cioè allo stile e alle concezioni di Wagner, il cui tessuto musicale è pomposo ed enorme, che a me piace tanto). Ma non lo farò.

Golaud è un principe di una terra indefinita. Mentre caccia trova una fanciulla di nome Melisande che piange presso una fontana. Ella è misteriosa, sembra dire cose incomprensibili. Dopo averla portata al suo castello decide di prendersene cura e di sposarla. Suo fratello Pelleas è un giovane appassionato che si innamora di Melisande, non si sa bene se ricambiato o no. Dopo una serie di apparentemente futili accadimenti di carattere simbolico su cui non mi soffermerò, Golaud si convince che la moglie ormai incinta lo tradisca con il fratello. Pazzo di gelosia lo uccide e ferisce mortalmente anche lei. Nell'ultimo atto la aggredisce mentre è sul letto di morte per farsi dire se avesse effettivamente commesso l'adulterio. La fanciulla continua a parlare per enigmi, non risponde nulla di definito e muore senza nemmeno rendersene  conto, dopo aver messo al mondo una bambina.

Tiriamo le fila. Il canto in quest'opera non c'è, si tratta quasi di un parlato accompagnato dalla musica. Mancano le arie, i momenti topici, le grandi masse musicali. Mentre tutte le eroine d'opera sanno bene quando stanno per morire, scartavetrandoci le palle per mezz'ora, Melisande si spegne da un momento all'altro, senza una parola. La musica è posata, piena di evocazioni, richiami, ammanta tutto di un clima indefinito, sospeso, sussurrato. Nessuno urla, nessuno sembra sapere quale sia il suo destino, nessuno sembra capire che cosa accade intorno a sè, è tutto allucinato, velato, accennato. A sfregio per l'opera francese gli atti sono cinque, a richiamare le opere dei tempi andati, ma tutti insieme durano meno di due ore e mezza (i tempi erano un pò più lunghini). Potete immaginare per quale ragione l'opera fu così male accolta.

Qui non c'è solo la storia. In certi punti il libretto sembra un'accozzaglia di cose a caso a cui dare un senso (a un certo punto si vede il figlio di Golaud, nato da un precedente matrimonio si impressiona alla vista di un gregge che va al macello e poi dice "Devo andare a dire qualcosa a qualcuno", al di fuori di ogni logica narrativa un minimo sensata; l'intero secondo atto si fonda sulla perdita della fede nuziale di Melisande... E' impossibile rendere tutto qui, dovrei scrivere un saggio).

Un'interpretazione banale, tutta mia, è autoreferenziale. Melisande è l'opera stessa che sta andando in scena (più in generale l'arte nuova, contrapposta alla vecchia), Pelleas è il poeta "alla ricerca della bellezza", emarginato dal pubblico e dalla società, Golaud è la presenza "antica", il pubblico, la critica, il mondo reale che vuole sempre una spiegazione razionale per ogni cosa e che, così facendo, dimentica la bellezza che c'è nel mistero del mondo (nelle cose solo accennate, nelle cose sfumate) e la rovina o, alle volte, la uccide.

Opera moderna allora questo Pelleas,che vi linko tutta (sottotitoli in inglese; la seconda parte dura venti minuti e la troverete facilmente). Se volete farvi un'idea andate ai minuti 1:09:50\1:11:50.

Alla prossima!

Più ci penso più sono perplesso



"Attori e musici vendonsi" alla Pinguicola


Venerdì 1 giugno presso lo Studio d'arti sceniche di vico Tana 16r (angolo via Balbi-salita Santa Brigida) con la mia compagnia "la Pinguicola sulle Vigne" metteremo in scena un nuovo spettacolo all'interno della rassegna "Cene in Studio":
questa volta ha vinto la voglia di giocare e ci proporremo a voi tutti con una serata dedicata all'improvvisazione, l'improvvisazione a modo nostro, tra il serio e il gioco, tra musica e parole, tra noi che "ci piace divertirci".

Allo spettacolo prenderanno parte anche Carlo Barreca al basso, Alessandro Vernetti alla chitarra e Daniele Barreca alle percussioni, trasformando così la serata in una improvvisazione teatral/musicale che vuole sfidare le logiche dell'economia mondiale: se è vero che la nostra vita dipende dallo spread, se è vero che siamo in recessione, se è vero che tutto si può giocare in borsa, ci mettiamo in vendita anche noi della Pinguicola, con le nostre qualità sceniche e i nostri debiti monetari!

Al migliore offerente
ATTORI E MUSICI VENDONSI

Da Stanislavskij alla Martinoli la nostra improvvisazione teatrale,
la voglia di giocare e di rischiare un po'.
Divertimento teatrale per scongiurare la crisi, con la complicità di Graziella Martinoli e Fabiana Malaguti.



Lo spettacolo è inserito all'interno degli eventi "Cene in Studio", durante le quali chiacchiere, cibo e rappresentazione teatrale si fondono in un’esperienza coinvolgente e rilassata.
Ingresso ore 19:30, vino e buffet, poi spettacolo ore 20:45.
Quota di partecipazione 12 euro, quale contributo alle attività dell'associazione culturale.
La prenotazione è obbligatoria
-
con una email all'indirizzo lapinguicola at fastwebnet punto it o
- un sms al 3478065136.

"la Pinguicola sulle Vigne" associazione culturale-compagnia teatrale-scuola di teatro

http://pinguicolateatro.blogspot.it/

domenica 27 maggio 2012

Due film brutti da vedere


E' la prima recensione di film che scrivo, e in una volte sola ne propongo due, in questo periodo di memoria per le vittime della mafia e alla luce dei recenti scandali interni della Chiesa e dello IOR



Il primo è "Un eroe borghese" diretto da Michele Placido e tratto dall'omonimo libro di Corrado Stajano.




Il film non è niente di che:  girato male,  tagliato male, le ambientazioni e le luci sono solo a tratti buone, e in generale il taglio televisivo dà la sensazione di essere piu di fronte ad una produzione in stile soap opera (beh forse ora esagero) che di fronte ad una pellicola cinematografica.


Insomma, un brutto film.


Direte voi, "e allora che lo consigli a fare?"
Per la storia che racconta,  che probabilmente non è conosciuta come meriterebbe: narra infatti gli ultimi anni di vita di Giorgio Ambrosoli, protagonista del film, il quale fu investito del ruolo di commissario liquidatore unico della Banca Privata di Michele Sindona (che, tra l'altro appare anche in una delle scene iniziali di "Il Divo)


 Piano piano (ma neanche troppo) Ambrosoli viene abbandonato dalle istituzioni e dalle autorità , dato che, svolgendo il suo lavoro in maniera onesta, fa venire a galla una serie di connessioni e intrecci tra mafia, stato, chiesa cattolica (informazioni che poi, pare, abbiano accelerato la scoperta della P2)

Alla fine Ambrosoli viene ucciso sotto casa sua, al suo funerale non parteciperà alcun esponente delle istituzioni.




L'altro film proposto è "I banchieri di Dio".


Se "Un eroe borghese" non è un bel film, "I banchieri di Dio" è  peggio.
Narra vicende parallele a quelle dell'altro film proposto ma si spinge oltre.



Ricostruisce credo fedelmente gli intrecci di quegli anni tra stato, mafia, chiesa cattolica, P2, servizi segreti : la crisi del Banco Ambrosiano, le tangenti a esponenti di Stato, la scoperta della P2 di Licio Gelli, gli strani rapporti con Sindona e lo IOR.


(Credo che la ricostruzione sia fedele non perchè conosca particolarmente bene questa parte della storia italiana, ma perchè la produzione è stata seguita dalla magistratura, che ha controllato non venissero riportate false informazioni)


Anche in questo caso il film si conclude con una morte, quella di Calvi, trovato impiccato sotto un ponte a Londra con in tasca dei mattoni e 15 mila dollari.


 

Un periodo oscuro e ancora misterioso descritto da questi due film, probabilmente non all'altezza del tema trattato, ma, tutto sommato, da vedere.


mercoledì 23 maggio 2012

Varie: assunzioni in Sicilia, Minetti and co, complottismo

Al solito, spunti e pontificazioni a caso (oggi probabilmente di più).

Tanto per rifarmi ad un mio post di qualche settimana fa, cito la seguente notizia che suona incredibile e normale allo stesso tempo: incredibile se la si rapporta al fatto che viviamo nel 2012; normale se si pensa che viviamo in italia, nel 2012. L’assunzione di trenta “camminatori” da parte della regione Sicilia. Assunti per trasferire faldoni da un ufficio all’altro. L’ennesimo caso di posizioni create ad hoc per sistemare qualcuno a vita (come già pubblicizzato da qualche manifesto leghista, la Sicilia ha 16 mila dipendenti, quando la Lombardia ne ha circa tre mila). Bene così..

Dopo la pubblicazione delle intercettazioni Minetti - Berlusconi e relativo entourage, c’è chi tenta di approfittarsene prendendo le distanze dalla consigliera regionale lombarda. C’è chi vuole cambiare posto in consiglio regionale, chi la paragona a cicciolina per ruolo ed elettorato, chi vuole pagarle il vitalizio per levarsela di torno. Tutti pidiellini o affini. Si svegliano ora per cavalcare il momento, ma secondo me sbagliano due volte. Alla minetti si può contestare la maniera in cui ha ottenuto la carica che ha ma purtroppo, una volta dentro il consiglio, è sbagliato volerla tirare fuori perché non all’altezza. Sembrerò provocatorio ma la verità è che,  una volta entrati nella grande cerchia dei mediocri d'italia, è davvero difficile uscirne per demerito. La Minetti parla inglese e ha una triennale vera e non comprata e prima di entrare in politica lavorava: tanto basta per essere, tra i politici, una di quelli in gamba. Per fare un esempio, questi sono alcuni tra quelli a cui io non mi siederei a fianco.

Buffon si è venduto la partita col lecce e si è fatto fare gol apposta. L’uomo non è mai andato sulla luna. L’undici settembre è opera degli americani. Il mondiale di calcio 2006 è stato deciso a tavolino per ragioni di ritorni economici. Berlusconi è stato messo al potere in Italia da una congrega mondiale di potenti capeggiata dal re d’inghilterra. E ora pure Grillo (si veda immagine). Ste manie di complottismo mi hanno davvero rotto il cazzo. Sì all’informazione tradizionale. Sì a tenere acceso il cervello e a non prender per vera ogni cosa. Ma no a idioti borderline e a vati della web infoinsurrezione.

Rivendicazione dell'attentato al dirigente di Ansaldo arrivata con giorni di ritardo. Sentenza su Torino -Padova (partita di serie B interrotta causa blackout) rinviata per mancata osservazione dei tempi previsti per la notifica di presentazione del ricorso. Poste Italiane (da leggersi con il jingle).

Per la serie Chi l’ha visto?, qui un post che parla dell’ultima apparizione sul blog da parte di balletti. Ultimo post datato 16 febbraio 2012 (mi spiace ma quello su tommy non conta). Ultimo commento addirittura risalente al 10 febbraio.. Con tutti i soldi che fai tramite il blog con la pubblicità, ogni tanto potresti anche farti vivo!

lunedì 21 maggio 2012

Parma crolla

Cari amici...
Io sono un uomo furbo. Ho atteso oggi prima di scrivere questo post. Lo avessi scritto prima avrei rischiato di minare le mie capacità di usare la sfera di cristallo (paventando un "Non vinceranno mai!!!") 
Ho saggiamente aspettato.

Parma è in mano al Movimento 5 Stelle. Una storia strana quella di Parma... Fervente bastione del fascismo nel Ventennio, in mano a comunisti e socialisti dopo la guerra, negli anni del berlusconismo l'appoggio a una lista civica naufragata nella cattiva gestione dei capitali. Poi qualche tempo di commissariamento e adesso i grillini esultano, dopo un ballottaggio incredibile. Beh?! 

Chi ha votato il Movimento 5 Stelle a Parma? L'ex fan di Silvio? No. L'uomo di sinistra deluso dal PD, colui che non votava da un pò "perché quelli sono tutti bastardi" e chi voleva fare qualcosa di un pò diverso.

Io non appoggio il movimento 5 stelle. Non lo appoggio perché a fomentare certa mentalità si corrono gravi rischi secondo me. Ma finalmente avremo modo di vedere all'opera queste nuove (5) stelle della politica e, come sempre, sarò il primo ad ammettere di essermi sbagliato nel caso. Notate bene... Qui si tratta di "politica". Non stiamo parlando di un "movimento". Pensare concretamente OGGI di usare il web e le idee della gente per mandare avanti un comune è pura utopia. Grillo ha accolto il sentire comune di questi tempi grigi e ha cavalcato l'onda, tramite il popolo di Facebook e di Twitter, proponendo l'idea che, votando loro, non si votava la politica.

Si può sì risvegliare la consapevolezza della gente MA non sottoponendosi alle stesse logiche politiche che tanto si criticano. Se è tutta una merda come mai utilizzare il voto e la stessa logica politica di un partito? Si possono organizzare iniziative, programmi televisivi, blog ecc ecc...

Non si può certo dire che il messaggio dei grillini sia negativo o che manchino le idee. Noto solo una certa aria di superiorità, un certo atteggiamento da "Stupidi che votate ancora i politici", un fastidiosissimo senso di partigianato a caso che non si spiega. Dov'erano questi credenti dello schifo della politica nei vent'anni di Berlusconi? Chi votavano? Cosa pensavano?

Io non chiedo tanto. Chiedo che non mi si raccontino balle. Il Movimento 5 stelle è un PARTITO innovativo che punta a raccogliere le opinioni di coloro che si sono rotti delle logiche di PARTITO. (?!) E se partito non è adesso lo diventerà presto, perché bisognerà sempre più confrontarsi con il consenso della gente, con le richieste concrete, con il bisogno di costruire, al di là di tanti motti facili. Voglio proprio vedere di che cosa si tratta ragazzi... 

Qui mi stanno rubando dei voti. O tutti si svegliano (nel magico mondo di Fruttolo) oppure stiamo favorendo ancora una volta l'emergere di persone come Berlusconi, frazionando ancora, e ancora, e ANCORA il bacino di voti che servirebbe ad impedire l'avanzata di un nuovo Silvio. 

Guardate me ne sto. Va benissimo. Diamo fiducia a questo nuovo "movimento". Ma non venitemi a dire  che si tratta di qualcosa di "diverso", che stiamo cambiando, che le vecchie logiche sono finite e bla bla bla BLA. 

P.S. Per chi cercava di difendere la credibilità della Lega e il suo consenso qualche tempo fa... Un flop così non si vedeva da un secolo. Dopotutto, nonostante la presunzione, avevo ragione.

venerdì 18 maggio 2012

Declino architettonico

Ho sempre avuto un'attrazione morbosa verso la "decadenza architettonica": case abbandonate, fabbriche dismesse, chiese sconsacrate, magari le rovine di qualche bombardamento degli anni '40, insomma edifici pericolanti in genere. Tutto acquista maggior fascino se sono ancora visibili i resti delle relative frequentazioni umane...
Non so motivare questa brama di guardare delle mura in rovina, ma ne subisco volentieri il fascino sia dal vivo (certi scorci nei vicoli regalano grandi emozioni) che da internet. Ho anche aggiunto sulla pagina Città fantasma in Italia di Wikipedia l'alpeggio abbandonato di Formentara, dove andavo con mia nonna da piccolo.

Le foto sopra, ad esempio, sono prese da un post del Post, Detroit in rovina, che documenta le condizioni in cui versano molti edifici della città in seguito al fallimento dell'industria e al conseguente dimezzamento dei suoi abitanti. E' una storia triste, per carità, ma ho guardato le foto come si guarda un Van Gogh originale.
Vi propongo anche le foto molto suggestive (magari anche un po' fotoshoppate...) ad opera del fotografo Jim Lo Scalzo di Salton Sea, città della California morta a causa degli scarichi agricoli tossici che hanno contaminato l'acqua del lago su cui nasceva.

La domanda è: è una mania soltanta mia?

giovedì 17 maggio 2012

BRAVI TUTTI..

... era questo lo slogan dei giorni immediatamente successivi al referendum dei primi di maggio dello scorso anno.
Bravi tutti, tra le altre cose, per aver contribuito ad indirizzare l'Italia verso una politica energetica migliore..
 
Già, peccato che a piu di un anno dal referendum di energia ed ambiente non se ne parli più.
Anzi, a dire il vero già dalla settimana successiva al referendum non se ne è più parlato.




Pensavamo di essere ad una svolta, e invece abbiamo votato assecondando l'immobilismo, premiando la linea demagogica e populista di coloro che si sono sciacquati la bocca per mesi facendoci due palle così con l'energia solare, la cogenerazione, la coibentazione, promesse che si sono rivelate per quello che sono: balle, favole.

Quindi a cosa è servito? Che cosa è cambiato?

Personalmente credo che la risposta sia, com'era prevedibile, una: niente.

I vari partiti per un po hanno sventolato il risultato come una grande vittoria contro il governo Berlusconi (vedi immagine sopra), i gruppi "AMBIENTALISTI" sono scomparsi dalla scena con all'attivo tanta pubblicità gratuita, e l'Italia è ancora in una situazione molto grave, oltre che dal punto di vista ambientale,  anche dal punto di vista economico, dato che questa mancanza di una politica energetica costa al sistema paese milioni e milioni di euro ogni anno.

mercoledì 16 maggio 2012

Su Ferrara vs Saviano

Da qualche giorno a questa parte è tornato a parlare Saviano. E, di Saviano, si è tornati a parlare.

Saviano parla a Quello che non ho, trasmissione condotta da Fazio. Di Saviano invece parla molto il Foglio e in particolare Giuliano Ferrara. Ferrara ce l’ha con Saviano: lo considera un bluff e ci si scaglia contro senza mezzi termini, paragonandolo addirittura a Moccia e Fabio Volo. In pratica, sostiene che sia uno che dice – male - un sacco di cose vuote e banali. 

Io ero un fan di Saviano: avevo letto Gomorra quando era uscito e ne ero rimasto entusiasta. Per i contenuti e il coraggio di raccontarli, a 27 anni, con una vita davanti da vivere che, forse (i fatti lo hanno poi confermato), non sarebbe più stata la stessa. Ma anche per il modo in cui tutto era raccontato: incentrato sui personaggi, quasi a mo’ di romanzo in alcune parti, così da far immedesimare il lettore nelle sofferenze e nella quotidianità di chi davvero viveva la vicenda raccontata. Ma anche con una precisione e con un’attenzione ai dettagli processuali maniacale e  - per questo - convincente.

Ultimamente, però, mi sto in effetti un po’ rompendo le palle. Già il secondo libro – La bellezza e l’inferno, una raccolta di articoli scritti negli ultimi due anni – mi aveva in molte parti annoiato. Si spaziava troppo, senza arrivare a dire nulla di interessante, come nel caso del celebre articolo su Messi.  Quello che non ho non l’ho neanche guardato e non lo guarderò.

Ferrara esagera come del resto faceva con Benigni, però non mi sento tanto in disaccordo quando scrive Credo che le premesse fossero genuine, è l’esplosione che si è rivelata di un’atroce fumosità. Già non è dotato, ma poi mettergli in mano una specie di scettro da maghetto della popolarità e della significatività di sinistra o de sinistra, chiedergli di pronunciarsi su tutto e su tutti come l’oracolo, questo è veramente troppo”. Perché è vero che Saviano ormai ha assunto il ruolo di oracolo culturale della sinistra e mi dispiace perché mi dà l’impressione che si stia sputtanando. Prima era il paladino della legalità di fronte alla mafia... Volete mettere?

Peccato perché fino a tre anni fa – almeno ai miei occhi – le sue parole pesavano come macigni mentre adesso mi viene voglia di spegnere la tv. Immagino non faccia a tutti l’effetto che fa a me ma credo che una gestione più oculata e un no in più a qualche lecchino di conduttore gli avrebbero giovato.

(Opinioni?)

giovedì 10 maggio 2012

Un po' di chiarezza

Avrete letto tutti nei giorni scorsi la polemicona montata su alcuni giornali circa le posizioni degli scout cattolici (riuniti nell'AGESCI) sull'omosessualità. Non intendo lanciarmi in dibattiti sulla questione nello specifico, che rischia sempre di diventare il classico siparietto da domenica pomeriggio su RaiUno con ospiti Sgarbi, Platinette, Don Pierino e il giovane palpeggiato dal catechista.

Vorrei focalizzarmi invece sull'aspetto giornalistico della notizia, che mi ha profondamente indignato. Il giornalista Pasqua Marco, di Repubblica, ha scritto un articolo in grado di competere solo coi suoi colleghi del Giornale, in quanto a tecniche di cattiva informazione. Il titolo: "I capi gay sarebbero un problema [educativo]". E a seguire altri vari virgolettati presi da un documento online che, secondo lui, "dovrebbero essere le prime linee-guida ufficiali per i capi di tutta Italia". E il lettore che non conosce da vicino l'associazione non può che pensare: hai capito sti scout, più integralisti del papa!
Due precisazioni basteranno ad inquadrare diversamente la questione:
  1. il documento citato dal "giornalista" non contiene affatto le linee guida dell'associazione (che non esistono) bensì, come si evince già dal titolo, "Atti del seminario di studio organizzato dalla redazione di Scout-Proposta educativa"; al convegno organizzato dalla rivista dei capi scout hanno partecipato due psicoterapeuti (uno scout e una no) e un prete scout;
  2. i virgolettati trascritti nell'articolo sono stati accuratamente selezionati dal "giornalista" all'interno del documento di quarantotto (48) pagine: appartengono al pensiero del prete, che tra i relatori è sicuramente quello che ha espresso le posizioni più tradizionalistiche.
Morale? Casino generalizzato, con contro articoli delle agenzie di stampa, dichiarazioni pro e contro, tweet vari e notifiche (o come cavolo si chiamano) di Facebook, indignazioni e distinguo. Già dalle prime ore l'AGESCI ha chiarito come stavano realmente le cose,
Ogni sintesi forzata o attribuzione agli atti del convegno della natura di linee guida è impropria e fuorviante [...] Invitiamo tutti a leggere e ad approfondire gli atti del convegno con cui il 12 novembre scorso abbiamo avviato una riflessione aperta e non discriminatoria sul tema
ma Repubblica (col solito mitttico Pasqua) ha rilanciato con un nuovo articolo dal titolone "Omosessualità: scout divisi sulle linee guida". Per entrambi gli articoli non sono stati permessi i commenti dei lettori.

Questa vicenda ci insegna a non abbassare la guardia, mai, nemmeno coi quotidiani che si credono seri, quando ci rapportiamo col mondo dell'informazione.

Vorrei anche aggiungere, così come curiosità, che sul sito di Repubblica da giorni è possibile scaricare tutti i nuovi mp3 delle intercettazioni di Ruby (audio18, audio19...), con ogni ulteriore dettaglio su statuine di Priapo, burlesque e travestimenti da suora: che sia questa la nuova linea editoriale del giornale? Scoop costruiti su misura e pettegolezzi da guardoni dello spioncino?




Meditiamo.....

martedì 8 maggio 2012

Ballottaggi

Cari amici
e che è 'sto nuovo blogger?! Carino cmq...

Un brevissimo appunto. Questa non vuole essere un'analisi approfondita e competente delle recenti amministrative. Ma solo un'osservazione su un meccanismo che a me appare perverso. TUTTI i dati sono ancora parziali.

Genova. Marco Doria ha preso il 48,5% e Musso il 14.8%. Ma vi sembra possibile che in una situazione così schiacciante ci debba essere un ballottaggio? Parlo di più del TRIPLO dei voti!!! Oltre una certa soglia (che per stare bassi metterei al 10%) il ballottaggio è uno spreco di tempo e di denaro. Ma che cazzo di democrazia è?! Lo dico da anni io che ci sono dei problemi. Tanto la "maggioranza" è la maggioranza di quella metà di persone che è andata a votare. Perciò nel migliore dei casi si chiede un quarto di adesione dagli aventi diritto. (il 50% del 50%) Bah... Per evitare dispersioni di voto inutili e invogliare di più la gente ad andare a votare per paura che vinca il primo che passa, eliminerei il ballottaggio oltre il 10% di scarto. Mi spiego.

Qualora qualcuno si posizionasse al 30% e il successivo al 19% (a seguire una miriade di voti casuali) secondo la mia logica (ingiustamente) vincerebbe. Proprio l'eventualità di questo fenomeno folle invoglierebbe la gente a votare in massa e a prendere una decisione, non a starsene a casa, cazzo.

E qui invece no. Si deve rifare tutto. Roba da matti... Ancora più assurdo, tenuto conto che Doria vincerà di nuovo, non ci sono dubbi.

Dal sito di Repubblica si evince che questa pratica è insensata nei seguenti posti: Alessandria, L'Aquila, Genova, Taranto, Parma, Palermo, Como, Frosinone, Lucca, Monza, Piacenza, Trani per enunciare solo le città più grosse. Più sensato a Cuneo, ad Asti, a Catanzaro, dove pare lo scarto sia del 5%, o a Belluno dove lo scarto non è che dell'1% al momento.

Perdonate l'inesattezza nei dati, ma ho tirato giù quelle situazioni in cui il numero seggi già scrutinati non lasciavano dubbi sul fatto che si andrà al ballottaggio con uno scarto che va dal 20% al 34% (che è il caso limite di Genova).

Sui 5 stelle invece scriverò. E presto.




lunedì 7 maggio 2012

Attualità

E’ notizia di questi giorni quella dell’inizio della battaglia del governo contro gli sprechi dell’apparato statale. Tecnici che nominano tecnici che nominano tecnici e addirittura un portale web sul quale ogni cittadino può segnalare gli sprechi e dare una mano nello snellimento della macchina pubblica. Ad una prima occhiata l’inizio non è dei migliori: l’opera di snellimento comincia con l’assunzione di ulteriore personale, peraltro datato e strapagato (i tecnici dei tecnici e i tecnici dei tecnici dei tecnici) e con un’iniziativa (quella del sito web) dall’utilità pratica nulla che, a ben guardare, al conto delle spese statali aggiunge quelle di chi si è occupato di creare il portale e di chi starà lì a leggersi segnalazioni del tipo “la moglie del mio vicino entra tardi a lavoro..”. Ma è pur vero che da qualche parte bisogna cominciare e, per certe cose, è meglio tentare facendo errori che non fare nulla.

Da valutare la serietà dell’iniziativa: il solo cominciare a parlare di tagli alla spesa può mettere un freno al dilagare del malcontento derivante da tasse, benzina ed equitalia e il governo lo sa bene. Il portale delle segnalazioni, poi, sa di valvola di sfogo e mi ricorda un po’ i due minuti d’odio di 1984. In pratica, solo il tempo ci dirà se l’iniziativa è seria o solo propaganda.

La verità è che di riforme nel pubblico ce ne sarebbe davvero bisogno. Basti pensare all’università, l’unico ambiente statale che conosco davvero da vicino: quanti ordinari o associati che, dopo trent’anni di carriera, hanno un curriculum tale per cui adesso non riuscirebbero a vincere neppure un posto da ricercatore? Quanti tecnici che, dopo trent’anni che lavorano nello stesso posto, non hanno ancora un ruolo preciso, per il fatto che non c’è bisogno di loro o perché troppo indolenti per sapersi trovare un ruolo in tanti anni? E, nelle università, notoriamente i finanziamenti latitano: cosa potrà succedere in quei reparti per cui il portafoglio statale è sempre stato aperto, come l’esercito o la sanità? Quali e quanti sprechi, privilegi e inettitudini strapagate?

L’idea mia è che non servano segnalazioni ma basti confrontare i dati dove, nel particolare, sta scritto quello che tutti già sanno e avere il coraggio di tentare di migliorare le cose senza essere troppo sensibili ai malumori di categorie e politica. Tagliando il privilegio di un buono stipendio a chi non lo merita, trasferendo chi non è utile e licenziando anche qualcuno: non succederà niente di tutto questo, ma se da adesso in poi, anche nel pubblico, si trovasse il modo di valorizzare quegli enti che, con determinate risorse e obblighi, riescono a mantenere bilanci decenti ottenendo buoni risultati e penalizzando chi non vi riuscisse, beh allora magari un po' di attenzione al merito e a qualità e quantità di lavoro forse si trasferirebbe anche tra le scrivanie delle anagrafi come tra le cattedre delle università piuttosto che negli ospedali. E le cose migliorerebbero.

giovedì 3 maggio 2012

L'Eternauta - breve recensione






Qualche giorno fa mi è caduto l'occhio su un vecchio fumetto in due volumi con impaginazione orizzontale che ho letto qualche anno fa, la cui copertina ritrae un sub che cammina in mezzo ad una tempesta di neve.
Il nome di questo fumetto  è "L'Eternauta", pubblicato per la prima volta in Argentina, sceneggiato da Hector Oesterheld e disegnato da Francisco Solano López;
è molto famoso, ed è considerato uno dei piu grandi capolavori della storia del fumetto e non solo.
 



La storia è ambientata a Buenos Aires, e la trama narra le vicende di un uomo costretto, insieme ad altri (con i quali forma la "resistenza") a combattere e respingere un'invasione aliena, manifestatasi inizialmente con una strana nevicata velenosa, che serviva da "avanguardia" per decimare l'umanità ed aprire la strada all'invasione vera e propria.

Al di la delle bellissime tavole, della notevole fantasia riversata su questo fumetto e della trama avvincente ed originale, ciò che colpisce de "L'Eternauta" è la data in cui è stato pubblicato: tra il 1957 e il 1959.
 
Molti infatti sostengono che i due autori avessero già compreso la situazione politica di quel periodo immaginando esattamente ciò che sarebbe accaduto di li ad una ventina d'anni: il colpo di stato del 1976 e l'instaurazione del "Processo di riorganizzazione nazionale".



Il dialogo iniziale, ad esempio, può rappresentare un aspetto del fenomeno dei "desaparecidos" (del quale lo stesso Oesterheld fu vittima, nel 1977), ma anche le varie fasi dell'invasione possono essere lette come le fasi di instaurazione del regime.


Vista in quest'ottica l'interpretazione della vicenda e delle situazioni diventa piu complessa, dando un valore più profondo alla lettura e svincolando l'opera dal ruolo di semplice fumetto.

Insomma, un capolavoro da non perdere anche per chi, come me, non è particolarmente appassionato di fumetti.


Buona lettura, alla prossima!