venerdì 17 febbraio 2012

Celentano e Avvenire

Non me ne frega assolutamente niente né di Sanremo, né di Celentano e neppure delle controversie politico-religiose con Avvenire e Famiglia Cristiana. Mi ha però sorpreso un'intervista alla radio dove Boffo, per molti anni direttore di Avvenire, ha replicato alle critiche di Celentano. Il contenuto è anche riportato qui ma ciò che mi ha colpito non è stato trascritto.

Celentano, durante la prima puntata del festival, accusa frati e preti (e giornali collegati) di essersi dimenticati di cristo e del paradiso perché sempre più concentrati sugli aspetti "mortali" dell'essere uomini e del vivere. Per lui, infatti, se la vita mortale è fatta di "spread, economia e guerre" la fiamma spirituale che arde in ogni buon cristiano deve essere alimentata da ben altre cose. E del bisogno di spiritualità e di attenzione che l'umanità più disagiata prova, la chiesa dovrebbe essere la prima ad occuparsi e a dimostrare attenzione. Cosa che, secondo Celentano, non accade più.

Nell'intervista di cui scrivevo sopra Boffo dice: "L'offesa più grande, la mortificazione più grande di Celentano non è il riferimento ai giornali ma quando parlando di preti e frati ha detto che di Gesù Cristo noi ce ne freghiamo". Poi aggiunge: "Si pensi che io sono all'Aquila per partecipare ad un convegno dal titolo Signore tu mi hai sedotto. La settimana scorsa a Roma c'è stato un convegno di 1800 persone sul tema Gesù Cristo nostro contemporaneo... E allora, come si può dire che Gesù Cristo è estraneo a questa chiesa?".

Checché ne pensi Boffo, a mio parere queste ultime poche parole danno più ragione a Celentano di quanta non se ne sia guadagnato in cinquanta minuti sul palco.

3 commenti:

  1. Scusa il ritardo nel commentare ma il tuo post mi era proprio sfuggito! Perché ti ha colpito così tanto la dichiarazione di Boffo? Che cosa intendevi dire?

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  2. Beh, mi sembra che celentano volesse denunciare il fatto che la chiesa si è dimenticata di occuparsi del bisogno di dimensione spirituale provato dalla sua gente.. La risposta di Boffo è la risposta di uno che del ragionamento ha capito solo una parte: il problema non è "parlare di dio" ma "parlare di dio alla gente attraverso i canali ad essa accessibili".. E il fatto che non abbia colto la differenza mi sembrava testimoniare l'effettiva distanza tra lui e la gente..

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  3. Ok, ho inquadrato il ragionamento. Sono assolutamente d'accordo con te: quello che dico spesso è che il clero è così in crisi non tanto per i contenuti della proposta cattolica quanto per le forme scelte per "divulgarli".

    Lasciami però esprimere un pensiero su Boffo: lui ha voluto difendersi dall'accusa come giornalista e non come prete. Forse è giusto che i giornalisti cattolici organizzino convegni, sono i preti che dovrebbero trovare canali più vicini alle persone. O no?

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